giovedì 12 settembre 2013

l'eroina dalla rice cooker

si che poi l'immagine di quella donnina orientale mi è rimasta appiccicata in testa, la chiamavo la cinese..
che ignorante sono!! non smetterò mai di ripetermelo... magari è invece thailandese o chessò.. ed io chiamandola cinese cancello, confondo, rinnego un mondo, una vita, una storia, una geografia.... inneggiando alla grande Cina, perchè io da brava ignorante la Cina solo conosco e dai libri di storia e geografia (e solo un pochino) ma là fuori, invece, l'Oriente è grande, vario, sfaccettato...
insomma la sua solitudine, il suo rigore, la sua compostezza mi hanno lasciata esterefatta, un'eroina di questi tempi... avrà lasciato anche lei bambini da nutrire ad aspettarla a casa come tante conoscenze moldave o ghanesi o nigeriane o caraibiche? manderà anche lei il gruzzoletto guadagnato e risparmiato durante la settimana a casa? una volta al mese chiamerà al paese la famiglia da una di quelle postazioni telefoniche in cui le telefonate oltre oceano costano meno (sempre che a Pachino o giù di lì esistano)?
Sì la mia estate quest'anno è stata fortemente segnata dalla condivisione di questa condizione di migrante.
guardare a quelle persone che girovagavano lungo la Traversa Pizzuta o il Viale Scala Greca a qualsiasi ora del giorno e della notte, a volte in piccoli gruppi vestiti con abiti tradizionali, a volte soli abbigliati all'occidentale improvvisato, a volte sorridenti e speranzosi, a volte soli e disperati si è rivelato essere una continua occasione di riflessione.


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